Questo post partecipa al contest
“Io non mangio da solo” organizzato da Virginia
Portioli del blog "Lo
spilucchino", in collaborazione con ProgettoMondo Mlal, Ong
operante in Africa e America Latina dove in 45 di attività ha realizzato oltre
400 progetti.
‘Assicurare
un’alimentazione adeguata al neonato e alla sua mamma, promuovere la
distribuzione di almeno un pasto al giorno nelle scuole, sostenere programmi di
sicurezza alimentare, di accesso all’acqua potabile e di gestione delle risorse
naturali, sono gli obiettivi della campagna "IO NON MANGIO DA SOLO"
‘
Protagonista di questo contest è l’alimento più emblematico,
il pane.
Abbiamo già affrontato in passato nel nostro blog il tema
del pane,
forse perché ciò che lo accomuna al vino è la reazione fondamentale che avviene
tanto nel mosto che si trasforma, quanto nella pasta
che lievita.
Tale reazione è quella principale della fermentazione
alcolica effettuata dai lieviti, ovvero la trasformazione degli zuccheri
semplici in alcol etilico, anidride carbonica (il gas che fa appunto lievitare
la pasta) e calore, e che viene
riassunta dalla seguente formulazione chimica:
Ma ci piace di più pensare che questo legame sia dovuto al
fatto che a Ferrara c’è il pane più buon del mondo, e non siamo solo noi
Ferraresi a dirlo!
Chi infatti non conosce la “Coppia ferrarese” ottenuta dall’unione di due lunghi crostini
ritorti?
Pensate che le regole per produrre il “pane ritorto” risalgono a diversi secoli fa, al tempo del Ducato Estense, ma non voglio
senz’altro tediarvi, nel caso voleste, potete trovare maggiori informazioni qui.
La ricetta di cui vogliamo però parlarvi è un ricordo dei
nostri nonni, legato alla tradizione delle nostre campagne e soprattutto
all’abilità delle massaie, chiamate da queste parti azdore, di realizzare con
pochi ed economici ingredienti un pasto gustoso e sufficientemente equilibrato.
Per fare questo abbiamo realizzato una fotoricetta che
speriamo sia esaustiva e facile da riprodurre: il nome del piatto è Pancotto ferrarese, e il risultato
finale è una sorta di sformato che viene preparato semplicemente con pane
raffermo sbriciolato e brodo di pollo…
Ingredienti per 4
persone:
-
2 “Coppie ferraresi” di qualche giorno
-
1 rametto di rosmarino fresco
-
1 cucchiaino di santoreggia essiccata
-
1 litro di brodo di pollo, preparato con
attenzione, mi raccomando
-
1 cucchiaio di Parmigiano Reggiano grattugiato
Esecuzione:
spezzettare il pane raffermo in una padella antiaderente
abbastanza capiente e ricoprirlo con il brodo tiepido (per insaporire abbiamo
aggiunto gli aghetti di rosmarino e la santoreggia).
Lasciare il pane ad
ammollare per circa 30 minuti o finchè non avrà assorbito metà del liquido,
quindi accendere il fuoco a fiamma bassa e lasciar sobbollire per circa 2 ore, SENZA
MESCOLARE! In questo modo, infatti, si formerà sul fondo della padella una
crosticina sottile e croccante (come accade per esempio nella preparazione del chelo
iraniano).
A questo punto il Pancotto
sarebbe pronto da consumare, ma noi l’abbiamo rivisitato per renderlo
maggiormente appetibile, trasferendo la parte morbida in un piatto, mentre la crosticina l’abbiamo utilizzata per
foderare una cocotte, che infine viene riempita con il contenuto della ciotola.
Abbiamo spolverizzato il tutto con il Parmigiano e infornato
15 minuti a 200 °C in forno ventilato preriscaldato.
Grazie come sempre a Manu e alle ricette della nonna!
Commenti
Grazie mille per il vostro contributo che, tra l'altro, mi ha fatto conoscere un pancotto che non conoscevo...
Mirco