Cara Maria Grazia, sei stata fortunata, capitando allo stand del Consorzio del Bosco Eliceo quando era presente Marcello Bertelli, autore del libro “L’Uva d’Oro”: un testo davvero illuminante, ricco di immagini tratte da archivi ferraresi e romani, che parlano di questo vitigno antico, che molti vorrebbero derivante dalla dote di Renata di Francia, principessa proveniente dalla Borgogna, sposa nel 1528 del futuro duca d’Este Ercole II. Era d’uso allora portare in dote prodotti della terra di origine, e sarebbe carino pensare a questa principessa che arriva alla corte estense con le barbatelle in mano… ;-)
Sicuramente produttori d’uva e vino furono i monaci benedettini di Pomposa, grandiosa abbazia sulla via dei Romei, al culmine della celebrità attorno all’anno Mille; per capire la grandiosità di questo luogo mi basta dirvi che il campanile, alto oltre
Ma torniamo a noi senza divagare… Finora abbiamo parlato di Uva d’Oro, nome accattivante ed anche onomatopeico se vogliamo; ebbene nel 1989 venne riconosciuta
E questo nome da dove salta fuori??? Sinceramente neanche noi produttori della zona lo sappiamo… di certo il nome identifica da sempre il vitigno nel Reggiano e nel Parmense e sembra derivi dal termine Fruttano, che ci ricorda la rigogliosità e le grandi dimensioni dei grappoli.
Ad ogni modo a noi ferraresi come nome non è che piaccia molto, ma ahimè, non è di certo il primo scempio a livello di classificazione che è stato compiuto nelle Denominazioni italiane…
Ciò nonostante non mi sono dato per vinto nella ricerca dell’etimologia del termine e così, dopo questo preambolo, arrivo alla risposta del tuo quesito…
L’articolo che riporto è tratto dal numero 38 del 14/03/2005 della nostra wine letter “boscoeliceo.net”, alla quale vi invito ad iscrivervi visitando il nostro sito ufficiale www.boscoeliceo.net
Recentemente ho trovato nel mio archivio un manoscritto che vi riporto integralmente, e che racconta un piccolo aneddoto di vita… la memoria è un dono che spesso trascuriamo, ed i ricordi sono fugaci compagni che ci conducono in dimensioni del tempo e dello spazio dalle quali siamo per sempre esclusi.
Poter condividere i ricordi, però, ci permette di creare situazioni in cui la realtà si mescola ai desideri, generando un alone di fiaba e di sogno al quale, di questi tempi, fa bene poter credere…
“Cari i miei ragazzi, a voi sembrerà una cosa senza importanza quello che ora vi sto raccontando, ma per me è stata un’emozione grandissima, e sento proprio il desiderio di dirvelo.
Perché quella sera seduta a tavola insieme a voi ho sentito che col Signor Mariotti parlavate di vini di diverse qualità, fra i diversi nomi che ho sentito uno mi è rimasto molto impresso Fortana.
Quel nome Fortana mi ha portata indietro nel tempo perché io quel nome Fortana l’avevo sentito pronunciare più di cinquant’anni fa da vostro padre mentre abbracciava un signore che si era avvicinato al nostro banco, nel periodo che noi facevamo il mercato a San Giuseppe di Comacchio.
Poi parlando mi raccontarono che erano stati compagni di guerra, e per varie peripezie scoprirono di essere Ferraresi.
Ma la cosa più importante che vi volevo dire è che quel famoso Tenente Fortana era il proprietario dei vigneti che a quell’epoca si trovavano a San Giuseppe, che dalla piazzola dove facevamo il mercato arrivavano fino alla spiaggia.
Lui li aveva ereditati dal nonno o dal suo bisnonno, non mi ricordo bene; comunque mi ricordo che ci aveva insegnato la stradina che attraversando i vigneti ci portava sulla spiaggia dove potevamo stenderci al sole o fare anche il bagno indisturbati.
Sicchè cari ragazzi miei, vi devo dire che a me quel nome Fortana mi ha fatto rivivere un attimo la mia vita di cinquant’anni fa”.
Maffezzoni Maria, vedova Cenacchi, nata il 13/09/1920
PS: ringrazio
Cara Maria Grazia ecco quindi la mia spiegazione, non di certo esaustiva, ma che ritengo affascinante come la tua foto davvero bellissima!!!
A San Giuseppe nessuno delle persone che ho intervistato ricorda il Tenente Fortana, ma vedrai che prima o poi lo troveremo… ;-)
A presto!
M.
PS: il Sommelier allo stand è il grande Gino Benetti della delegazione AIS di Ferrara
Commenti
A presto :-)
Andando alla ricerca dell' Uva d'Oro ne ho fatte di scoperte! Ad Alfonsine di vigne ce ne devono essere ancora molte: è stata scelta come stazione di raccolta dati per una "Analisi della variabilità climatica in differenti zone del territorio italiano. Implicazioni per la viticoltura".A presto, dunque, e facci sapere qualcosa sull' evento Soldati a Bologna.;-))