In una sera di inizio estate mi ritrovo nella Festa Artusiana di Forlimpopoli: manifestazione enogastronomia in crescita, anche grazie all’impulso di Casa Artusi, struttura deputata alla divulgazione dell’opera dell’esimio Pellegrino Artusi, autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”, se non sbaglio il libro italiano più venduto nel mondo dopo la “Divina Commedia” e “I promessi sposi”, tanto per intenderci…
L’occasione è l’abbinamento dei nostri con i piatti di pesce realizzati dall’Associazione Cuochi “Pellegrino Artusi” di Cervia.
Prima che la serata inizi, complice la curiosità di Paola Fabbri de La Romagnola che mi ha gentilmente accompagnato, mi addentro nei vicoli cittadini, in particolare nel più lontano e isolato, che sfocia in una piazzetta dove campeggiano questi minacciosi cartelli:
Ci troviamo nella “Premiata ustarì de Göz”, sottotitolo “mescita di vini e insulti romagnoli”: siamo nella culla dell’atavica virilità romagnola, un po’ spaccona (in romagnolo “pataca”), ma con un profondo senso di malinconia, come testimonia il vocabolario itinerante posto sui muri a guisa di indicazione per il viandante, e del quale riporto la lettera saliente:
Tornati in postazione la notte scorre serena e veloce, ma ho pure il tempo per uno scambio con il vicino stand del Pays Beaujolais:
Assaggio senza troppa convinzione, ma ho un’inaspettata sorpresa che profuma intensamente di sottobosco, con i frutti e i suoi umori… Se è necessario andare a Forlimpopoli per assaggiare un Beaujolais degno della sua fama, allora vuol dire che alla Festa Artusiana si può trovare davvero qualcosa di speciale…
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ciao e buon lavoro!