“Per prima cosa sarchiò i filari di fagioli del padre, poi strisciò fra i nodi e i ceppi del vigneto, legando di nuovo ai paletti i viticci ribelli con della ruvida corda marrone che secondo lui aveva esattamente il colore e la consistenza di un nobile sforzo destinato a fallire. Quando suo padre parlava di ‘ammazzarsi di lavoro per mantenersi vivi’, Constantine immaginava questa corda, ruvida e forte e grigiastra, elettrizzata dai suoi stessi fili vaganti, che avvolgeva il mondo in un goffo pacchetto riluttante a restare legato, proprio come i viticci che continuavano a liberarsi e guizzar fuori in estatiche inclinazioni verso il cielo. Occuparsi dei viticci era uno dei suoi compiti, ed era arrivato a disprezzarli e a rispettarli per la loro indomabile insistenza”.
“O Dio, potrei restare confinato in un guscio di noce e credermi il re di uno spazio senza fine , se non fosse che faccio dei brutti sogni”.
“Ogni fenomeno può essere vissuto in due diverse maniere. Queste due maniere non sono arbitrarie, ma legate ai fenomeni – esse vengono derivate dalla natura dei fenomeni, da due loro proprietà: Esterno - Interno”.
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