Il pane arcaico: riflessione sul produrre e fabbricare



L’assunto è il seguente: è possibile produrre un alimento con un altro alimento?

Certo che sì, ce lo insegna la storia della cultura gastronomica, però è un concetto che ci sfugge nell’epoca dell’industria alimentare, che sempre più allontana il consumatore dalla produzione artigianale, o comunque numericamente limitata, rendendolo schiavo dell’immagine e del prezzo.

Questo aspetto è cronaca per noi wine blogger alle prese con il polverone del “vino sintetico stile Velenitaly”.

Molto interessante è il ragionamento di Fiorenzo di Diario Enotecario: sempre più aumenta il gap fra chi butta nel carrello la prima cosa che gli capita sotto mano, e che possibilmente costi poco, e chi si interessa a volte in modo maniacale del vino o di altri prodotti alimentari.

Ai primi dico che in questo modo non si risparmia! Piuttosto che andare a fare un giro nei centri commerciali la domenica, andate a visitare alcune delle decine di migliaia di Aziende agricole del nostro Paese, magari riscoprirete un modo nuovo di avvicinarvi ai prodotti agroalimentari…

Certo, le scelte più importanti sono quelle politiche, interessante in tal senso e il concetto farmer’s market, che trae spunto dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari del 20 novembre 2007, che autorizza l’apertura di “mercati riservati alla vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli”, vedremo…

Ma torniamo al titolo del post: di recente ho tenuto un mini corso pratico di homebrewing (lo confesso, per ragioni di tempo ho usato un estratto di malto, quindi pure io non sfuggo purtroppo alla riflessione che ho fatto sopra…). Terminata la fermentazione ho fatto il primo travaso, ma mi piangeva il cuore buttare via i fondi così profumati di lievito e malto, e allora et voilà, ho trasferito il tutto nella macchina del pane, ho aggiunto farina bianca e integrale, extravergine di oliva, aceto fatto in casa, sale e zucchero, ottenendo in 4 ore una bella forma di pane dal profumo delicato e leggermente vinoso, dal sapore pieno e con retrogusto appena amaro.

Insomma, un esperimento a mio avviso ben riuscito, se non altro i corsisti hanno apprezzato… ;-)

Intanto, per i più curiosi, vi lascio la ricetta:

500 g fondi di birra
400 g di farina “ai 5 cereali”
350 g di farina “bianca”
2 cucchiai di extravergine d’oliva
1 cucchiaio di aceto di vino
1,5 cucchiaini di zucchero
1,5 cucchiaini di sale


Visto l’abbondante utilizzo di farina “ai 5 cereali” è consigliabile utilizzare il metodo della doppia lievitazione.


Commenti

Gata da Plar - Mony ha detto…
Ciao! Mammamia che nostalgia di casa!!! Ti metto subito nei miei link preferiti!! Bacioni!
val ha detto…
ciao Mirko,come stai??non ti ho visto al Vinitaly quest'anno... :-ps:interessantissimo questo post

un bacio
Percorso Primaro ha detto…
Ciao Val! Tutto bene, e tu?
Quest'anno infatti niente Vinitaly; sono stato un paio di giorni a Bolzano per il concorso del pinot nero, poi ho avuto da fare qui a casa e non mi sono più mosso...
Com'è andata? che aria tirava dopo Velenitaly???
A presto

Mirco
val ha detto…
Nel complesso è stato un Vinitaly interessante...le reazioni su Velenitaly sono state piùchealtro di indignazione per il tempismo...